Сергей Есин: «Писатель и политика: вместе и порознь»

Апр 26 2014
26 апреля заведующий кафедрой литературного мастерства, писатель Сергей Николаевич Есин дал интервью радио "LA VOCE DELLA RUSSIA". Тема беседы - "Писатель и политика: вместе и порознь". На итальянском языке. In epoca sovietica l'intellighenzia russa era abituata agli scrittori ufficiali che sostenevano apertamente le autorità e poi c'erano dissidenti migranti, oppositori del potere. I tempi sono cambiati, sono cambiati pure i rapporti tra scrittori ed autorità: gli emigrati come Aksenov, Solzhenitsyn tornarono in patria. Tuttavia ogni volta che la Russia s’invola in cambiamenti di proporzioni storiche, si pone la questione sull’opinione politica degli scrittori, il suo atteggiamento nei confronti alle autorità e soprattutto: deve uno scrittore sostenere il potere?

La politica impedisce o stimola la creatività? Nell'intervista esclusiva a "La Voce della Russia" lo scrittore Sergej Esin, dottore in scienze filologiche e membro dell'Accademia Russa di lettere ci offre alcuni spunti di riflessione.

- Quale, secondo Lei, dovrebbe essere il rapporto tra scrittore e politica?

Ciò che noi chiamiamo politica, è sempre esistito. E nei giorni di Rurik, di Ivan il Terribile, diLuigi IX il Santo, dei re aztechi l'uomo ha sempre seguito la politica e ne ha avuto paura. Lo scrittore si è sempre trovato esattamente nella stessa posizione. Da un lato, si capisce che deve rispecchiare le tendenze attuali della vita, dall'altro lato la politica è il suo nemico. Essa può fa gli parlare la sua lingua e questa diventa la morte per uno scrittore. Perché in questo modo perde l'ultima speranza di essere interessante per le generazioni future. Conosciamo molti esempi dal nostro passato socialista.

- Qual è l'influenza della politica sull’artista? E' possibile evitarla?

L'influenza è grande, come ho già detto. Ma è proprio necessario evitarla? Immaginiamo per un attimo, se il Dante non fosse emigrato, ma un coscienzioso cittadino di Firenze. In quel caso “Inferno”, “Paradiso” e “Purgatorio” non sarebbero stati popolati da amici e nemici dallo scrittore.

- Alcuni cercano di scrivere sulle tracce fresche: ci sono già i drammi su Maidan, sugli eroi della piazza di Bolotnaja ecc. Può essere vera tale letteratura o sono le opere di un giorno?

Conosco gli autori che scrivevano sugli anni 90', su “nuovi russi”. Tra di loro ci sono autori di successo che hanno creato per se stessi il Paese dei ladri, omicidi, sparatorie sanguinose e tuttavia vivono bene. Se si scrive su Maidain o piazza Bolotnaja male dal punto di visto artistico, significa non essere scrittore. Il compito è questo: scrivere bene, sempre. Nei tempi antichi c'erano autori come Aristofane, per esempio. Scrisse molte opere politiche, ma fino ai nostri giorni ne sono rimasti pochi. Ogni commedia è per sempre, per tutti i tempi.

- Ora tutto il mondo si divide in due campi riguardanti la situazione in Crimea e in Ucraina. Le persone litigano, rompono le amicizie. Cose accade nei circoli letterari?

Anche io vivo questa divisione. Da una parte da russo capisco molto bene quale sangue ha bagnato questa terra, quante volte i nostri condottieri e guardie imperiali sono andati nel sud per bloccare la strada alle orde di mongoli che continuamente prendevano schiavi per venderli nei mercati asiatici e di Costantinopoli. Dall'altra parte, sono anche un europeo. Tuttavia per me sono care le parole “verità” e “grazia di Dio”. La letteratura russa prende il suo avvio dal “Canto della Legge e della Grazia di Dio” del metropolita Ilarione e ciò che è benedetto dalla tradizione e da Dio, questo è mio. La Crimea non è solo la mia storia, ma anche la mia giovinezza. I rapporti degli scrittori su questo argomento sono gli stessi: alcuni preferiscono la nuova legge,altri la legge vecchia e la grazia di Dio.

- Girano voci sul ritorno della censura. Lei cosa ne pensa? È necessaria la censura ai mass media? E alla letteratura ?

La censura fa paura solo allo scrittore cattivo. L'autore bravo sa parlare tutto, sfuggendo a essa. La censura è uno stimolo incredibile per la fama. Se ai suoi tempi non fosse stato “arrestato”, il romanzo di Vasilij Grossman “Vita e Destino”, ora tradotto in tutte le lingue straniere, lo leggeremmo con tale entusiasmo?

I rapporti degli artisti della parola con le autorità, con la politica non sono mai semplici. I libri proibiti nel periodo sovietico hanno influenzato intere generazioni, formando le opinioni politiche. Oggi i sensi politici nascosti non funzionano nella letteratura. In assenza di censura la letteratura è passata dalla parte dell'arte pura. Gli scrittori moderni sono costretti a scrivere senza dipendenza dalla politica e dalle autorità e ottenere riconoscimenti, ai nostri giorni, è molto più difficile.
Per saperne di più: https://it.sputniknews.com/italian.ruvr.ru/2014_04_26/Scrittori-e-politica-insieme-o-separatamente-4095/